L’edificio noto come “Gil” e ora nuova sede
della Biblioteca Comunale è stato realizzato nel 1933 come
“Casa del Balilla”, su progetto dell’ing. Pietro
Motta. L’area su cui sorge, già sede dei Canonici Lateranensi
(1518-1771) e di uno Zuccherificio (1838-1862), passata in
proprietà comunale, dal 1863 ospitò insediamenti per lo più di tipo
militare fino alla conclusione della prima guerra mondiale.
La “Casa del Balilla”, costruita partendo da un
precedente fabbricato del secondo Ottocento, completò
l’urbanizzazione della “Città Giardino”, avvenuta
negli anni Venti del Novecento. Ospitava le attività
ludico-sportive della gioventù fascista: l’ala sud
(l’attuale biblioteca) era adibita a palestra, l’ala
nord a cinema-teatro, mentre lo spazio retrostante (l’attuale
parcheggio) era riservato alle esibizioni di massa e alle
esercitazioni premilitari.
L’edificio (poi intitolato alla Gioventù Italiana del
Littorio, GIL appunto) costituisce la testimonianza di maggior
rilievo in città dell’architettura razionalista-classicista
tipica dell’epoca. Lo caratterizza l’imponente
atrio-pronao che salda due corpi di fabbrica simmetrici segnati dai
grandi archi-finestre.
Dopo la seconda guerra mondiale, tra il 1946 e il 1968, divenne
la sede dell’“Opera Oriens”, creata da don Leo
Alberton per dare un tetto e un’educazione a ragazzi
abbandonati e sbandati. Utilizzato poi in parte solo come palestra
per le scuole cittadine, lo stabile ha conosciuto un progressivo e
grave degrado fino alla ristrutturazione (1990-91) di parte
dell’ala nord ad uso deposito librario e dell’intera
ala sud e dell’atrio monumentale (1999-2003, su progetto
degli ing. Ruggero Cervellini e Luis Fustinoni).
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